venerdì 6 novembre 2015

Lasciare un mondo migliore di quello che si riceve: la risposta Infermieristica in Protezione Civile

Sabrina Adami
Infermiera Centrale Unica 118 Regione Umbria

Quotidianamente sentiamo parlare di società contemporanea, società moderna, società della conoscenza, una tipologia di società all’interno del quale riscontriamo una continua accelerazione del cambiamento nei sistemi economici, culturali, scientifici e tecnologici. Dalla constatazione di questo stato delle cose, scaturisce una dimensione mondiale dei fenomeni educativi e formativi, senza dubbio attenta a garantire le condizioni di sviluppo, ma all’interno del quale nessuno è immune dal rischio di dilagare in quelle che Spinoza definiva “le passioni tristi”sintomo di scarsa capacità immaginativa e di incertezza globale, inducendo il singolo a ripiegare su se stesso, rinunciando alla costruzione di una società migliore.




Partendo da questa consapevolezza il Nucleo CIVES Perugia in collaborazione con il Collegio IPASVI ha promosso la Seconda Edizione del Corso di Infermieristica di Protezione Civile, come occasione di volgere lo sguardo verso nuovi orizzonti che permettano la comprensione del nuovo, orientando sempre più consapevolmente i livelli di responsabilità della professione infermieristica nelle scelte per un futuro civile e democratico. Il corso verte su di una iniziale riflessione su cosa sia l’emergenza e quali siano i suoi effetti, analisi offerta dall’Ingegner Sandro Costantini, Dirigente del Dipartimento di Protezione Civile della Regione Umbria, entrando anche nel merito strettamente tecnico dell’analisi dei rischi territoriali a cura di Barbara Toccaceli. L’emergenza si presta a numerosi chiavi di lettura: da un punto di vista individuale, il momento traumatico la cui soglia limite varia a seconda dei riferimenti culturali e dei paradigmi educativi di una certa popolazione ma anche, semplicemente in riferimento alle esperienze personali alla luce delle quali qualunque parola può evocare immagini diverse in rapporto al vissuto di chi la pronuncia o l’ascolta, questi argomenti sono stati trattati in base alla loro specificità da psicologi, antropologi ed esperti della comunicazione.




La condizione di emergenza determina anche una complessa situazione sociale che sovverte ordine e modalità di funzionamento, sino a quel momento consolidati con impatti a caduta sul sistema sociale,ed è proprio in questo scenario che si apre il sipario per l’agire di un infermiere esperto, colto, preparato ad affrontare le specificità assistenziali del momento catastrofico, evento in cui le competenze avanzate divengono una diversa e più ampia modalità della “presa in carico” del paziente e dei processi assistenziali che permetta risposte più incisive alle mutate esigenze del contesto sanitario. Nel riproporre un modello educativo in condizioni di emergenza e post emergenza si è quindi voluto rappresentare una forma di assistenza e cura per le persone, un processo di cooperazione, un’espressione di ricognizione della propria esperienza umana e professionale, altra caratteristica del modello proposto con questo corso di formazione è il favorire la possibilità da parte dei soggetti più deboli e fragili di emanciparsi da una condizione caratterizzata da dall’“impotenza appresa” ad un vissuto di autoefficacia, e di questo ringraziamo con particolare affetto e calore il collega Raffaele Goretti. Il corso si è svolto come nella prima edizione su sei giornate nei locali del Centro di Formazione della ASL Umbria 1, ottenendo un ottimo riscontro in termini di consenso e partecipazione da parte dei colleghi intervenuti, ai quali va il sentito ringraziamento del Nucleo CIVES Perugia. Oltre agli attori istituzionali che hanno arricchito in termini di contenuto e presenza come la Protezione Civile della Regione Umbria, il Servizio di Emergenza/Urgenza 118 Regione Umbria, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, l’Associazione Nazionale Ufficiali in congedo d’Italia, ai quali siamo doverosamente riconoscenti, un ultimo e fondamentale grazie al Collegio IPASVI di Perugia ed a tutto il Consiglio Direttivo i quali hanno dato corpo e gambe all’idea, o meglio al sogno dal quale siamo partiti.

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